La prima settimana di Agosto è la settimana dedicata all’allattamento al seno, un momento importante sia per il neonato che per la madre, che porta benefici ad entrambi sia dal punto di vista fisico che psicologico, ma come fare per avviare bene l’allattamento ed evitare di “non avere latte”?
La prima cosa molto importante e che tutte le mamme ed i papà devono sapere è che spesso il primo mese è un periodo importante ed anche il più stancante per la coppia, ma che superata questa prima fase sarà tutto in discesa e più facile, molto più facile che usare il latte artificiale. Bisogna tener duro un po’.
Per capire come avviare bene l’allattamento partiamo dal capire come funziona e cosa succede.
Il seno di ogni donna è composto da tre componenti principali: la parte adiposa, che è la principale responsabile della dimensione del seno; la parte fibrosa, che costituisce l’impalcatura del seno, che regge tutti i tessuti; la parte ghiandolare, responsabile della produzione e secrezione di latte presente in quantità più o meno uguale in ogni donna e che inizia a svilupparsi ed aumentare già in gravidanza.
Il tessuto ghiandolare è composto da “serbatoi” (detti alveoli) che si riempiono di latte e che mediante dei dotti spremono il latte verso il capezzolo e quindi la bocca del neonato. Già in gravidanza inizia la produzione di latte e verso il termine molte mamme possono già iniziare a perdere qualche goccia di colostro; questo è il primo latte che viene prodotto subito dopo il parto per i primi 3-4 giorni di vita del piccolo, è prodotto in piccole quantità per adeguarsi alla dimensione dello stomaco del neonato ed è un concentrato di proteine, anticorpi e fattori di protezione che vanno a ricoprire la mucosa intestinale del piccolo.
Il contatto e la suzione del neonato al seno è il principale stimolo per la produzione di latte, ma vi sono altre pratiche che possono aiutare un buon avvio che sono il contatto pelle a pelle subito dopo la nascita (il bambino viene messo nudo sul torace scoperto della madre subito dopo il parto e vengono coperti insieme con una salvietta calda, già prima che venga espulsa la placenta e venga tagliato il cordone ombelicale) per almeno un’ora e mezza e un attacco precoce del neonato al seno (entro le due ore dal parto, non solo l’attacco, ma anche gli iniziali tentativi di attacco) questo è favorito proprio dal contatto pelle a pelle che mette il piccolo vicino al seno e gli permette di iniziare subito i primi tentativi.
Ogni volta che il neonato si attacca al seno vengono prodotti due ormoni: l’ossitocina, che permette la fuoriuscita del latte dagli alveoli verso i dotti e quindi il capezzolo, e la prolattina che ha lo scopo di stimolare la produzione del latte; i primi 30-40 giorni dopo il parto sono un periodo di calibrazione in cui la continua suzione del neonato “comunica” al seno quanto latte deve essere prodotto per sopperire alle sue esigenze nutrizionali, per questo motivo è importante un allattamento esclusivo (dare solo il seno e nessun altro cibo o liquido) e a richiesta (offrire il seno al neonato ogni volta che lo richiede, ma anche se la mamma ne ha bisogno per svuotare il seno pieno di latte). Inoltre nel latte è contenuta una molecola detta F.I.L. (Fattore Inibente la Lattazione) che, nel caso il latte rimanesse troppo a lungo negli alveoli (quindi se il seno non viene svuotato spesso) comunica la non necessità di un ulteriore produzione di latte e ciò, a lungo andare, porta a far diminuire il latte fino a non averne più.
Altri fattori importanti sono il corretto attacco, la corretta posizione e la corretta suzione del neonato al seno, dare un biberon o il ciuccio il primo mese di vita del bimbo, o comunque prima che si sia stabilito un buon allattamento, significa modificare la sua modalità di attacco e suzione e ciò può portare alla formazione di ragadi (che nella maggior parte sono dovute ad errati posizione, attacco e suzione), oltre a non stimolare correttamente il seno e diminuire così la produzione. (dopo il primo mese comunque l’uso del ciuccio è un fattore protettivo per la SIDS, più comunemente conosciuta come morte in culla, una patologia la cui causa è ancora sconosciuta). Inoltre, dare aggiunte di latte artificiale porta a distanziare di molto le poppate e quindi a far diminuire la produzione di latte (a causa della presenza della molecola FIL che permane troppo a lungo negli alveoli e comunica così di non produrre più latte).
Potete farvi aiutare da un’ostetrica per avviare bene l’allattamento, una volta finita questa fase di calibrazione sarà tutto molto più facile e potrete godere dei benefici e della bellezza dell’allattamento al seno.
La cosa più importante è quindi quella di fidarsi del proprio bambino e vivere i primi mesi con tranquillità, senza ansie o preoccupazioni non necessarie; la natura ha provveduto a tutto e raramente sbaglia i conti, fidatevi del vostro cucciolo e del vostro corpo e lasciate che tutto diventi il più naturale possibile.
Articolo pubblicato anche sul webmagazine UrbanPost nella sezione UrbanDonna